PARTECIPANTI ALL’VIII CONVEGNO-ASSEMBLEA DELLA SIPBC
PREAMBOLO
Riunitisi in Calabria per riflettere sull’applicazione pratica dei principi dello sviluppo responsabile e sostenibile del turismo, in particolare nel quadro della protezione e valorizzazione del patrimonio culturale;
Ritenendo, al riguardo, esemplare e coerente la Legge Quadro italiana sul Turismo n. 135 del 29 marzo 2001, in particolare per l’impegno a tutelare e valorizzare le risorse ambientali, i beni culturali e le tradizioni locali e il ruolo delle comunità locali nelle loro diverse ed autonome espressioni culturali ed associative nonché per l’impegno a promuovere l’immagine turistica nazionale, attraverso la valorizzazione delle risorse e delle caratteristiche dei diversi ambiti territoriali
ADOTTANO E PROPONGONO
alle competenti istanze locali, regionali, nazionali e internazionali la seguente
CARTA DEL TURISMO PER I BENI CULTURALI
Tenuto conto delle Raccomandazioni dell’UNESCO sulla salvaguardia della bellezza e del carattere dei paesaggi e dei siti (Parigi, 11 dicembre 1962), sulla protezione, sul piano nazionale, del patrimonio culturale e naturale (Parigi, 16 novembre 1972) e sulla salvaguardia dei complessi storici o tradizionali e del loro ruolo nella vita contemporanea (Nairobi, 26 novembre 1976);
Tenuto conto delle Convenzioni dell’UNESCO sulla protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale (Parigi, 16 novembre 1972) e sulla protezione del patrimonio culturale immateriale (Parigi, 17 ottobre 2003);
Avendo presente che in tutti i citati strumenti normativi dell’Unesco i concetti di protezione, conservazione, valorizzazione e fruizione dei beni culturali sono strettamente interdipendenti e funzionali all’affermazione delle identità culturali, del dialogo fra le culture, dello sviluppo e della pace, a vantaggio non solo delle generazioni presenti ma anche di quelle future;
Tenuto conto della Carta dell’ICOMOS sul Turismo Culturale e delle indicazioni fornite dalla stessa ICOMOS nella pubblicazione “Tourism at World Heritage Cultural Sites” (1999);
Avendo presente che anche l’azione dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) si ispira sostanzialmente ai principi dell’UNESCO e dell’ICOMOS, pur nel prevalente interesse a promuovere l’attività turistica quale strumento di sviluppo economico;
Avendo presente, in particolare, il “Codice mondiale di etica del turismo”, adottato da tale Organizzazione a Santiago del Cile nell’ottobre 1999, e sottolineandone in particolare l’art. 4 che:
1. riconosce il turismo come “utilizzatore del patrimonio culturale dell’umanità capace di contribuire al suo arricchimento”;
2. sottolinea la necessità di condurre le politiche e le attività turistiche nel rispetto del patrimonio artistico, archeologico e culturale che esse devono trasmettere alle generazioni future, e chiede pertanto un particolare impegno nella preservazione e valorizzazione di monumenti, santuari, musei, siti storici o archeologici, pur nell’impegno alla più ampia frequentazione turistica;
3. riconosce come naturale la destinazione di almeno una parte delle risorse derivanti dal turismo dei siti culturali alla gestione, alla salvaguardia, alla valorizzazione e all’arricchimento di tale patrimonio;
4. promuove una politica dell’attività turistica tale da permettere la tutela e l’espansione delle produzioni culturali e artigianali tradizionali come pure del folclore, senza per contro provocarne la standardizzazione e l’impoverimento;
Tenuto conto della Risoluzione 56/212 del 21 dicembre 2001 con la quale l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha espresso il proprio sostegno al Codice invitando tutti gli Stati membri e gli attori del settore del turismo ad ispirare la propria azione legislativa, regolamentare e pratica al suo contenuto;
avendo presente, in particolare, il punto 1 di tale Risoluzione che sottolinea l’interesse dei “principi che dovrebbero regolare lo sviluppo del turismo e servire da quadro di riferimento per i vari attori del settore turistico” e ne precisa “lo scopo di ridurre al minimo le ricadute negative del turismo sull’ambiente e sul patrimonio culturale estendendo al massimo i vantaggi che esso può apportare nel favorire lo sviluppo durevole e la riduzione della povertà come pure la comprensione fra le nazioni”;
Considerando che il Comitato Economico e Sociale dell’Unione Europea (nel Parere reso in occasione della sua 403° Sessione Plenaria sul tema “Un turismo accessibile a tutti e socialmente sostenibile”) ha affermato l’esigenza di tener conto della capacità di accoglienza quale variabile fondamentale nei rapporti tra turismo, cultura e patrimonio, al fine di assicurare la sostenibilità del turismo, regolare l’accessibilità e ridurre l’impatto turistico entro limiti socialmente accettabili;
Avendo presente che il turismo culturale costituisce, per le comunità locali, un potenziale enorme di sviluppo endogeno in grado di produrre, in un circolo virtuoso, il rafforzamento delle rispettive identità e la contestuale valorizzazione di capacità, potenzialità e risorse del territorio;
Ritenendo tuttavia che il turismo costituisca ancora, in molti casi, una latente fonte di pericoli per i beni culturali in aggiunta a quelli di tipo geologico, sismico, bellico, o da degrado ed incuria e che, in tali casi, esso compromette il loro valore di risorsa non solo culturale ma anche economica;
Ritenendo che gli obiettivi di tutela/conservazione/valorizzazione/fruizione e quelli di un turismo sostenibile siano strettamente interconnessi e che la “risorsa beni culturali” sia indispensabile per promuovere allo stesso tempo una più forte identità civile e una partecipazione responsabile alla vita collettiva e al dialogo interculturale, nonché per contribuire ad uno sviluppo economico durevole;
Ritenendo che solo tale approccio consenta di perseguire contestualmente obiettivi di sviluppo culturale e obiettivi di sviluppo economico duraturo;
si afferma
1. la necessità di perseguire la piena espressione di tutte le potenzialità implicite in una gestione eticamente corretta del turismo in modo da contribuire alla migliore conservazione/valorizzazione dei siti stessi e delle attività civili, culturali, artigianali tradizionali che vi si svolgono, evitando qualsiasi sia pur minima ricaduta negativa del turismo nei siti culturali;
2. la convenienza di scelte politiche in grado di favorire la sostenibilità culturale dell’attività turistica, poiché questa non contrasta con le prospettive di sano sviluppo economico, ma è la principale condizione per il suo esercizio, e dal momento che una qualsiasi anche limitata subordinazione degli obiettivi di carattere culturale a quelli di carattere economico rischierebbe di nuocere ad entrambi nel medio-lungo periodo;
3. la conseguente opportunità di predisporre adeguate procedure per lo sviluppo, la gestione ed il controllo delle attività turistiche (analogamente a quanto già avviene per la valutazione della sostenibilità ambientale) e, comunque, la necessità di effettuare -e motivare- tutte le scelte coerentemente con l’obiettivo – anche di medio o lungo termine – di tutelare il patrimonio culturale e di valorizzarlo quale risorsa viva per lo sviluppo culturale, sociale ed economico;
4. la necessità di porre la rivitalizzazione del patrimonio culturale tangibile ed intangibile (ivi comprese le tradizioni e produzioni culturali e artigianali) tra i fini essenziali dell’attività turistica, e di porre a suo fondamento la riappropriazione consapevole, da parte delle comunità locali, del valore specifico della diversità e unicità del proprio patrimonio, con un’attenzione selettiva anche per nuove modalità espressive e per i messaggi provenienti da altre tradizioni e culture;
5. la necessità di qualificare le iniziative di promozione turistica collocandole nel contesto di una politica di valorizzazione di tutte le risorse locali, in particolare attraverso strutture e servizi di informazione, formazione, accoglienza, sicurezza e mobilità efficienti ed integrati, che favoriscano un’immagine complessiva del territorio positiva per i contenuti culturali e le modalità dell’offerta turistica e coerente con il concetto di “distretto culturale”;
si chiede
6. l’impegno delle autorità nazionali, regionali e locali, secondo le rispettive competenze, ad operare in reciproco coordinamento e secondo un modello gestionale condiviso costruito sulla conoscenza puntuale del territorio e delle best practices già in atto; in particolare l’impegno congiunto nel predisporre tutte le infrastrutture necessarie per qualificare l’offerta di un turismo culturale eticamente ispirato, con il pieno coinvolgimento dei soggetti pubblici e privati interessati, avendo per obiettivo il progressivo e costante avvicinamento ad un livello ottimale di sostenibilità culturale;
7. l’impegno delle autorità nazionali a riesaminare il calendario annuale delle attività lavorative per favorire una distribuzione stagionale dell’attività turistica che ne agevoli la sostenibilità ambientale e culturale;
8. la creazione di servizi e supporti di indirizzo e monitoraggio della correttezza scientifica delle informazioni sul patrimonio culturale e sui rischi cui esso è esposto, destinate alla popolazione locale e ai visitatori, nonché la promozione di adeguate forme di sinergia fra i centri di ricerca scientifica, i centri decisionali e le imprese impegnate nel controllo e nella gestione del rischio;
9. l’adozione di politiche del turismo, nazionali, regionali e locali, che facciano leva sul pieno coinvolgimento degli individui –popolazione locale e visitatori- per tutelare il patrimonio culturale almeno dal rischio antropico, accrescere la consapevolezza del valore identitario di quel patrimonio e, dunque, anche la sua capacità di rafforzare il dialogo e la solidarietà intergenerazionale e interculturale nonché le opportunità di sviluppo sostenibile;
10. la promozione, per questa via, della partecipazione attiva della popolazione alla gestione corretta del patrimonio culturale, fisico e immateriale, e alla sua valorizzazione nonché la promozione di un’attenzione rispettosa dei visitatori ai valori che il patrimonio culturale esprime e alle tradizioni civili, culturali, artigianali che ne costituiscono il contesto storico e il tessuto vitale;
11. il controllo democratico della comunità locale, attraverso i relativi organi di governo e adeguati strumenti di monitoraggio, sull’etica delle attività turistiche che si svolgono nel proprio territorio, con una conseguente continuativa azione di corretto indirizzo;
12. la definizione della giusta percentuale di risorse derivanti da attività turistiche su siti culturali che deve essere destinata alla gestione/conservazione/valorizzazione dei medesimi siti per garantirne una fruizione compatibile con la loro tutela;
13. iniziative di formazione del personale dei servizi turistici, in particolare delle guide e dei responsabili dell’editoria turistica, ai principi del turismo per i beni culturali per sensibilizzare ed educare –loro tramite- i fruitori del patrimonio culturale;
14. l’inserimento dell’educazione al turismo per i beni culturali nei piani di formazione delle istituzioni scolastiche e un’azione costante di promozione e verifica delle conseguenti attività didattiche;
15. un impegno continuativo dei media nazionali e locali ad informare correttamente il pubblico e sensibilizzarlo sulle tematiche del turismo nei siti culturali e sulle conseguenze negative di un’attività turistica non rispettosa del Codice mondiale di etica del turismo e dei principi che ispirano i principali strumenti internazionali in materia di protezione dei beni culturali;
16. iniziative concrete (come premi, agevolazioni fiscali, certificazioni di qualità, ecc.) per selezionare, incentivare, valorizzare, pubblicizzare e promuovere l’imprenditoria eticamente ispirata ai principi del turismo per i beni culturali nonché per sostenere le iniziative associative e di volontariato impegnate nella promozione di detti principi;
17. la messa in atto di servizi di monitoraggio, ricognizione e pubblicizzazione, a livello nazionale e internazionale, delle best practices locali per stimolare un innalzamento generalizzato della qualità del turismo per i beni culturali a livello globale;
18. l’impegno delle competenti Organizzazioni internazionali, in primo luogo l’UNESCO, l’ICCROM e l’OMT, a sviluppare ulteriormente la loro riflessione e la loro conseguente azione di indirizzo e sostegno a favore di un turismo per i beni culturali, codificandone d’intesa principi, norme, linee di azione;
19. l’impegno delle medesime OO.II a promuovere e sostenere lo studio delle condizioni necessarie per sviluppare un turismo sostenibile nei siti compromessi da calamità naturali o azioni belliche (anche con l’eventuale supporto di strumenti mediatico-virtuali), con lo scopo di innalzare la sensibilità pubblica sulla fragilità del patrimonio culturale e promuovere un concorso di risorse economiche atte a favorire il processo di normalizzazione sociale e tempestivi interventi di recupero;
ci si impegna ad agire ciascuno nel proprio campo di attività in coerenza con i principi di un turismo per i beni culturali.