RISOLUZIONE
I PARTECIPANTI AL XII° CONVEGNO INTERNAZIONALE
della SOCIETA’ ITALIANA PER LA PROTEZIONE DI BENI CULTURALI – SIPBC-
Riunitisi in Basilicata dal 25 al 31 maggio 2008 per approfondire con esperti del settore e con istituzioni locali, nazionali e internazionali le questioni di carattere speculativo e gestionale connesse alla protezione integrata del patrimonio culturale, materiale ed immateriale, e della diversità culturale nella prospettiva dello sviluppo sociale, culturale ed economico;
a. Consapevoli dello consapevoli dello stretto legame fra cultura, coscienza identitaria, disponibilità all’incontro e al dialogo, vocazione allo sviluppo e capacità di cooperazione;
b. tenuto conto delle pertinenti Convenzioni internazionali adottate dall’UNESCO e ratificate dall’Italia, in particolare di quella del 16 novembre 1972 sulla protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale, di quella del 17 ottobre 2003 sulla salvaguardia del patrimonio culturale immateriale e di quella del 20 ottobre 2005 sulla protezione e promozione della diversità delle espressioni culturali;
c. consapevoli dell’importanza che assume l’integrità del patrimonio culturale dei popoli e la sua tutela contro ogni aggressione, dispersione e atto illecito per la pari dignità di tutte le culture e il dialogo fra i popoli;
d. rilevando, dunque, la funzione che a tal fine assumono anche le specifiche Convenzioni internazionali, come la Convenzione dell’Aia del 1954, per la tutela in caso di conflitti armati, e il relativo Protocollo aggiuntivo del 1999, la Convenzione Unesco del 1970, per il ritorno dei beni culturali ai Paesi d’origine, la Convenzione Unidroit del 25 giugno 1995, per la restituzione internazionale dei beni illecitamente esportati e/o rubati, e la Convenzione Unesco del 2001 sulla tutela del patrimonio culturale subacqueo;
e. avendo presente che l’insieme di detti strumenti configura un approccio globale al concetto di patrimonio culturale, integrandovi tutte le diverse manifestazioni della comunicazione, della creatività e della operatività dell’uomo nei rapporti con i simili e con l’ambiente, e, dunque, collocando le emergenze monumentali, architettoniche e urbanistiche nel più ampio contesto di tutte le manifestazioni umane che esprimono l’appartenenza civica della comunità locale (quali lingua, canto, musica, danza, costumi tradizionali, pratiche sociali, riti, feste civili e religiose, commemorazioni storiche, conoscenze della natura e della terra, saperi tradizionali e abilità relative alle produzioni artigianali), nel contesto, cioè, delle espressioni più vulnerabili, ma non meno significative, dell’identità culturale e del progetto di sviluppo endogeno che essa origina;
f. convinti pertanto della stretta interdipendenza tra patrimonio materiale – culturale e naturale – e patrimonio culturale intangibile nonché della relativa funzione espressiva della complessità e originalità dei modi di vivere, comunicare, interagire e adattarsi all’ambiente sviluppati nel tempo dalle popolazioni che abitano il pianeta;
g. ritenendo determinante il contributo che la cultura, nella varietà delle sue forme espressive, apporta ai processi di sviluppo sostenibile –sia socio-economico che culturale- nonché al dialogo, alla pace e alla sicurezza, con la conseguente necessità, anche morale, di un impegno determinato e costante per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali nel contesto della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo, come richiamato al 5° capoverso del preambolo della Convenzione del 2005;
h. persuasi che l’irripetibile identità di un territorio è data dal suo specifico patrimonio culturale e che solo su tale specificità può saldamente radicarsi ogni progetto di futuro;
i. convinti che la consapevolezza della propria identità culturale apre alla conoscenza e al rapporto con altre culture, arricchendosi, nel confronto, di nuovi elementi suscettibili di apportare soluzioni nuove ai problemi di adattamento ambientale locale nonché di stimolare l’elaborazione di progetti ad esse correlati, e che tali nuove relazioni costituiscono un valore aggiunto per tutte le culture che vi sono implicate;
j. consapevoli delle sfide che la risorsa patrimonio culturale intangibile, così strettamente associato alle caratteristiche del territorio, apre sullo scenario futuro delle comunità locali in quanto fattore essenziale di promozione di progetti che fanno leva su loro specifiche potenzialità;
k. avendo presente l’intimo rapporto che – in virtù dell’universalità dei problemi dell’esistenza, dei valori e dei sentimenti che accompagnano la vita dell’uomo a qualsiasi latitudine- lega specifiche realtà culturali locali ad altre, diverse e spesso lontane;
l. consapevoli che la cooperazione internazionale per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e della diversità delle espressioni culturali riveste un’importanza fondamentale per il rafforzamento dei legami fra popoli e nazioni e, conseguentemente, per la promozione e il consolidamento dei processi di pace;
m. persuasi quindi che la perdita di qualsiasi elemento rappresentativo della diversità delle espressioni culturali – tangibili ed intangibili – , ovunque esso sia stato originato, costituisce un grave impoverimento per l’intera umanità;
n. condividendo la prospettiva innovativa che consegue, in termini di politica culturale, alla convergenza di obiettivi in grado di promuovere il dialogo interculturale, superando tutti i confini -politici, nazionali, regionali, etnici e religiosi-;
o. consapevoli della funzione che riti e feste tradizionali, sia religiose che civili, hanno per la coesione comunitaria in quanto punto di convergenza delle diverse istanze culturali, “luogo” di costruzione, appropriazione, rappresentazione dell’identità territoriale e culturale locale, momento di fruizione della natura e del paesaggio e, dunque, anche risorsa fondamentale per il turismo culturale;
p. considerato il ruolo essenziale della ricerca per lo sviluppo delle competenze, delle tecnologie e delle professionalità legate alla conservazione attiva del patrimonio culturale inteso nella complessità delle sue manifestazioni;
q. ritenendo fondamentale il contributo che l’educazione può apportare alla sensibilizzazione dei giovani –fin dalla più tenera età- in merito al valore specifico che hanno la cura e la valorizzazione delle culture locali e del patrimonio culturale, in tutte le sue molteplici manifestazioni, per la loro piena realizzazione umana e per lo sviluppo di una solida cittadinanza universale intessuta di consapevolezza identitaria, apertura alla diversità, desiderio di conoscenza, disponibilità al dialogo cooperativo, relazioni costruttive;
r. consapevoli dell’insostituibile ruolo che, nella trasmissione dei saperi tradizionali, rivestono la comunicazione orale ed il rapporto diretto tra individui di diverse generazioni, a supporto del quale -e non in sua sostituzione- interviene ogni utile forma di documentazione indiretta;
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1. apprezzano la funzione insostituibile assunta dall’UNESCO nel perseguire l’istituzione di un sistema internazionale integrato di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale nella sua globalità, riconoscendone l’interesse collettivo per tutta la Comunità internazionale, si compiacciono per la stretta collaborazione consolidatasi nel tempo fra Italia e Unesco in questo settore ed auspicano un sostegno anche economico sempre più decisivo e mirato del governo italiano all’azione dell’Organizzazione;
2. apprezzano il sostegno espresso dalla Comunità europea alla Convenzione del 2005 per garantire il rispetto integrale dell’identità culturale a fronte del possibile rischio di omologazione ed emarginazione, nella piena consapevolezza della pari dignità di tutte le culture, ivi comprese quelle appartenenti alle minoranze e ai popoli autoctoni, nonché della funzione che esse hanno, da un lato, come naturale incentivo ed approdo della creatività di ogni singola persona, dall’altro come forza motrice di uno sviluppo durevole;
3. esprimono soddisfazione per il costruttivo contributo scientifico e diplomatico fornito dell’Italia all’elaborazione e all’adozione delle Convenzioni internazionali volte a tutelare e valorizzare il patrimonio culturale e a proteggere e promuovere la diversità culturale, nonché per aver tempestivamente ratificato la maggior parte di esse, nella piena assunzione di corresponsabilità con la comunità internazionale per la trasmissione alle generazioni future di un patrimonio in cui esse possano riconoscere il senso della propria storia e valori di riferimento utili al progresso della civiltà umana;
4. invitano il governo italiano, in coerenza con il primato riconosciuto all’Italia dalla comunità internazionale e dall’UNESCO nello specifico settore della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, a procedere quanto prima alla ratifica del II Protocollo aggiuntivo del ’99 alla Convenzione dell’Aja del ’54 e della Convenzione UNESCO del 2001 sulla tutela del patrimonio culturale subacqueo, al fine di associarsi più strettamente alla comunità internazionale nella cooperazione necessaria alla tutela dell’integrità del patrimonio culturale dei popoli contro gli effetti distruttivi o dispersivi di atti illeciti di ogni genere;
5. si compiacciono con il governo italiano per aver caratterizzato l’impegno di cooperazione internazionale per la tutela del patrimonio culturale come essenziale contributo all’affermazione dei diritti dell’uomo e dei popoli, qualificando in particolare l’azione militare nelle aree di crisi per restituire alle comunità locali patrimonio, tradizioni e saperi;
6. incoraggiano ogni possibile forma di collaborazione con le Organizzazioni non governative e le componenti locali della società civile impegnate sul territorio per sostenere la ricostruzione della vita sociale, economica e culturale delle comunità colpite dalle crisi belliche e dai conflitti interni, creando, fra l’altro, anche le condizioni economico-sociali e culturali atte a demotivare e contrastare la collaborazione della popolazione con i trafficanti di reperti culturali;
7. auspicano che per la piena attuazione delle Convenzioni internazionali sia adottato, sia a livello nazionale che regionale, un approccio integrato, dinamico e sistemico, che faccia leva su tutte le risorse e le potenzialità di sviluppo del territorio, delle comunità locali e delle rispettive tradizioni, nel quadro di un sistema culturale territoriale che integri tutte le specifiche componenti locali, attraverso misure legislative ed amministrative coordinate e complementari – che tengano anche conto, sulla base di specifici protocolli di cooperazione, delle istanze e delle esperienze di altri popoli e con esse si relazionino;
8. chiedono che siano attivate e coordinate opportune strategie, a livello nazionale e locale, di conservazione attiva del sistema culturale territoriale, che si avvalga di competenze professionali e adeguate tecniche di comunicazione e promozione economica, per sollecitare la più ampia partecipazione della popolazione, e dei giovani in particolare, ai processi decisionali e gestionali del sistema stesso al fine di favorire una fruizione culturale e sociale responsabile dei beni, delle tecniche, delle abilità e delle attività culturali tradizionali;
9. auspicano la più ampia collaborazione fra tutte le componenti della società civile e le istituzioni civili e religiose locali nella tutela e valorizzazione integrata di tutti gli elementi materiali e immateriali del patrimonio culturale locale connesso sia ai riti e alle festività religiose e laiche che alle sopravvivenze di riti e credenze magiche;
10. incoraggiano lo sviluppo di politiche nazionali volte ad integrare le iniziative per la tutela e il recupero del patrimonio immateriale nel quadro delle politiche di salvaguardia del patrimonio fisico/materiale, in quanto capaci, da un lato, di riabilitare tecniche e strumenti insostituibili per la conservazione ed il restauro di monumenti e siti, dall’altro di restituire vita al patrimonio materiale non più solo come cimelio del passato, ma quale cornice e ispirazione della vita culturale di oggi e come fonte primaria di sviluppo locale sostenibile;
11. sollecitano il governo italiano ad integrare le disposizioni contenute nel Codice dei Beni Culturali con specifiche misure di salvaguardia e valorizzazione degli elementi più significativi del patrimonio immateriale e della diversità delle espressioni culturali che caratterizzano l’Italia, incoraggiando altresì la loro piena valorizzazione a livello internazionale, in particolare avvalendosi delle opportunità offerte dalla Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale;
12. sollecitano il governo italiano ad avviare un’azione di sensibilizzazione internazionale per definire norme e strumenti di cooperazione che, integrando l’attuale sistema internazionale di tutela giuridica del patrimonio culturale, siano in grado di garantire anche la tutela del patrimonio immateriale nelle crisi belliche e in ogni situazione di conflitto;
13. esprimono interesse per quelle politiche di promozione all’estero dell’immagine dell’Italia, affidate alla rete degli Istituti di cultura, dell’ ICE e dell’ENIT, centrate sull’integrazione fra beni culturali fisici e beni immateriali e volte a promuovere un calendario e circuiti turistici che consentano ai visitatori di cogliere dal vivo le tradizioni, le abilità, le manifestazioni viventi delle culture locali nella cornice dei paesaggi naturali e culturali che caratterizzano ciascun territorio;
14. chiedono a tal fine che sia sollecitato e incoraggiato il coinvolgimento attivo delle comunità italiane all’estero per rafforzarne contestualmente l’appartenenza identitaria e la capacità di comunicazione, rappresentazione e proficua interazione culturale con la comunità di accoglienza;
15. chiedono che siano create, con opportune forme di incentivazione, le condizioni di un forte coinvolgimento dei giovani nella realizzazione di iniziative finalizzate ad avviare / mantenere / rafforzare la trasmissione delle conoscenze tra diverse generazioni per proteggere, conservare e valorizzare il patrimonio culturale materiale ed intangibile nella sua globalità e specificità locale, anche correlandosi ad esperienze felici già in atto presso altre comunità, altri popoli e altri Paesi;
16. chiedono che sia incoraggiato l’insostituibile contributo delle istituzioni di formazione come delle altre spontanee iniziative connesse all’esercizio dei mestieri –quali le botteghe d’arte – nella trasmissione di saperi e abilità tradizionali per la salvaguardia del patrimonio culturale, attraverso opportune forme di sostegno anche economico da parte delle Amministrazioni pubbliche, sia allo scopo di motivare i giovani all’apprendimento che per favorire la diffusione di forme di occupazione nuove fondate sul recupero di potenziali capacità espressive sedimentate nella tradizione, compatibili con la qualità ambientale della vita, economicamente vantaggiose;
17. sollecitano, per questa via, la promozione di un ruolo attivo dei giovani nel costruire per sé, per la propria terra, per la comunità di riferimento un futuro economicamente sereno, socialmente sicuro e culturalmente aperto alla diversità delle espressioni culturali, a garanzia di un progresso che abbia come valori di riferimento la qualità della vita e dei rapporti umani, la solidarietà e la pace per l’umanità intera;
18. chiedono la piena valorizzazione della funzione non solo documentale, ma
soprattutto formativa, dei Musei e delle Istituzioni di ricerca sui beni demo-etno-antropologici, facendo tesoro delle migliori esperienze già in essere in alcuni centri di eccellenza, sia in Italia che all’estero, con particolare riferimento allo sviluppo di laboratori e attività didattico/produttive;
19. chiedono agli organi di governo, sia nazionali che locali, di elaborare le rispettive politiche di protezione e valorizzazione delle risorse fornite dal patrimonio culturale materiale ed immateriale del territorio, inteso nella sua complessità sistemica, tenendo conto delle indicazioni provenienti dagli ambienti scientifici
IMPEGNANO
le Sezioni regionali della SIPBC
a favorire, in stretto coordinamento con le pertinenti istituzioni scientifiche ed amministrazioni pubbliche, la mappatura sul rispettivo territorio delle manifestazioni autentiche del patrimonio culturale immateriale tradizionale, nella sua stretta correlazione con le emergenze culturali materiali
avvalendosi di tutte le iniziative e delle collaborazioni che riterranno possibile attuare;
prestando particolare attenzione alla rilevazione della coesione sociale che fa da matrice, contesto e ricaduta delle attività e delle espressioni in cui maggiormente si concretizza l’integrazione del patrimonio materiale e immateriale;
sollecitando le competenti autorità di governo ad adottare misure appropriate di sostegno a favore di tutti coloro che operano per la salvaguardia e la valorizzazione delle espressioni più autentiche delle tradizioni culturali locali.